Prodi: «Annozero? Puntata poco seria e professionale»
Mastella: «Contro di me un linciaggio»
Il Guardasigilli: «Pronti a sfiduciare il Cda della Rai». Nuove accuse a De Magistris
MILANO - Ne ha per tutti: per Santoro, Travaglio e la Borromeo. Ma anche per la Forleo e De Magistris, per Floris, Di Pietro e la sinistra radicale. All'indomani della puntata di Annozero dedicata al rapporto tra politica e magistratura, Clemente Mastella convoca una conferenza stampa per rispondere al tema della trasmissione e alle polemiche delle ultime settimane. «È in corso un vero e proprio linciaggio - esordisce il ministro della Giustizia - ho ricevuto minacce anche molto serie alla mia persona e per questo mi rivolgerò al ministro dell'Interno, Amato». Il Guardasigilli premette di non aver visto la trasmissione di Santoro, giovedì, «ma la verità è che da quando ho lasciato lo studio di Annozero per le mie convinzioni (durante una puntata della passata stagione, ndr), sono stato oggetto di un linciaggio: dal satirista al vignettista, dal giornalista al commentatore». «Non ho mai chiesto censure - aggiunge Mastella -, vengo dalla scuola cattolica per cui il dubbio è permanente. Dico ai consiglieri, e non è una minaccia ma una valutazione, che gli italiani avranno anche le scatole piene se ogni sera si parla di me piuttosto che dei problemi reali. O il Consiglio di amministrazione della Rai dà una regola di comportamento, o attiveremo strumenti parlamentari sfiduciando questo Cda, non abbiamo alternative».
ATTACCHI - Poi arrivano gli affondi. Contro Santoro e Travaglio: «Mi piacerebbe sapere quanto guadagnano». Contro la Borromeo: «Una ragazza di buona famiglia diventata velinista non so bene in base a quale concorso. Ma io devo pensare a quei sette milioni e mezzo di poveri che, al contrario della signorina Beatrice Borromeo, non hanno famiglie che possiedono ville sul lago». Contro il pm di Catanzaro, Luigi De Magistris (a proposito del quale ha inviato al Csm un'integrazione della incolpazione che gli ha già formulato e sulla base della quale ha chiesto il suo trasferimento d'ufficio per ragioni d'urgenza): «È giusto che a tre giorni dalla decisione della sezione disciplinare del Csm sul suo trasferimento, De Magistris parli in tv? Mi dispiace, non è un buon metodo. Questa mi appare un'intimidazione al Csm che deve giudicarlo». Contro Di Pietro: «I voli di Stato li ha presi anche lui, pure se ha smentito di averli presi». Contro la Forleo: «Ricordo al Gip che era lei a chiedere la separazione delle carriere dei magistrati e io mi sono battuto per evitarla». E poi: «Sono stato io a fare piazza pulita nell'inchiesta nelle toghe lucane, ordinando il trasferimento di vari magistrati. L'ho fatto perché bisogna fare piazza pulita dei magistrati che non vanno». Contro l'Epresso: «Mi dimetto da parlamentare se è vero quello che dice Riccardo Bocca nel suo articolo sui palazzi dell'ingiustizia. Ma ho pronta una querela che costerà qualche miliarduccio all'Espresso perché quelle 60 assunzioni interinali nei tribunali della Calabria sono state decise dal prefetto e non da me. Non mi occupo di appalti. La notte voglio dormire tranquillo».
SINISTRA GAUDENTE - Il ministro ce l'ha anche con «alcuni silenzi della maggioranza» e «gli attacchi che arrivano da una sinistra gaudente». «A Prodi dico - assicura il Guardasigilli - che dal mio gruppo non arriverà nessuno sgarbo. Siamo politici leali». «Floris (il conduttore di Ballarò, ndr) e gli altri stanno lavorando per il ritorno di Berlusconi. Ma se saltiamo noi - dice Mastella - salta il governo e torna il Cavaliere». «Ma possibile che io e il mio partito, con il 2%, siamo il capro espiatorio del Paese?» si chiede il Guardasigilli. «Per fortuna non ho sceletri nell'armadio: questa è la mia forza». C'è anche spazio per una "rivelazione": «Sono iscritto a una loggia massonica con il numero di tessera 52947. Una loggia che mi ha insegnato a essere sereno come sono, a rispettare gli altri». Attimo di sconcerto, poi la spiegazione: quel numero è la sua data di nascita. Mastella infatti è nato a Ceppaloni il 5 febbraio del 1947.
PRODI - Mentre il ministro parla in conferenza stampa, arriva l'appoggio del premier. Secondo Romano Prodi, «nella puntata di Annozero mi sembra che non vi si possa riscontrare nulla della serietà, della professionalità e della appropriatezza che dovrebbe avere una trasmissione che riguarda la giustizia». Passano un paio d'ore e il presidente del Consiglio sfuma i toni: «Qualcuno ha scambiato una semplice critica ad una trasmissione televisiva per un attentato alla libertà. Credo che la trasmissione - ribadisce Prodi - non avesse quelle doti d concretezza, equilibrio e serenità che deve avere una trasmissione che riguarda i problemi della giustizia. Per il resto nessuno ha pensato mai né a restringere la libertà, né a limitare la trasmissione, anzi ben vengano le osservazioni e le critiche».
MARINI - Anche il presidente del Senato esprime solidarietà a Mastella. « È stata una trasmissione a senso unico - dichiara Franco Marini - Erano a senso unico la platea, l'organizzazione, gli interventi e anche l'unica voce diversa, quella del sottosegretario Scotti, spesso è stata interrotta. Quindi - aggiunge - una cosa a senso unico quando l'argomento, che è di grande rilievo, meritava un confronto più sui contenuti e sulle varie posizioni che ci sono nel paese. Questo è mancato. Sono solidale al ministro e al senatore Mastellla».
CAPPON, PETRUCCIOLI E CURZI - Sulla vicenda arrivano le dichiarazioni del direttore generale della Rai, Claudio Cappon: «Le valutazioni relative a come è stato il programma anche dal punto di vista editoriale le faremo successivamente in Consiglio, immagino che farà parte dei temi del prossimo Cda». Ma per il consigliere Rai, Sandro Curzi, «quella di Santoro è stata una buona lezione di giornalismo. È stato garantito il massimo pluralismo. Sicuramente non ci sono state violazioni di norme che riguardano la Rai. «Non condivido giudizi liquidatori su Annozero», ha detto il presidente della Rai Claudio Petruccioli. «Santoro, lo sappiamo, non è un giornalista e un autore facile; ma il suo, anche quando suscita reazioni di dissenso, è un contributo al pluralismo del servizio pubblico».
SANTORO - Lo stesso Santoro interviene per difendere Annozero. «Mi auguro che prima di criticare una trasmissione, la si veda. Comunque ci sta anche questo, ci stanno le critiche». «Io ho fatto la mia trasmissione - aggiunge - gli altri sono liberi di commentarla come vogliono, rispetto le loro reazioni». «Se c'è stato un processo? Ma questo è il vocabolario della politica, che usa termini come processo, piazza, linciaggio. La verità è che i politici possono parlare in qualunque momento, dire la loro, ristabilire la verità eventualmente violata, perché sono osannati dai media. Lamentarsi e fare le vittime mi sembra eccessivo. Accetto gli insulti, le critiche, tutto: l'unica cosa che non accetto è il vittimismo, che onestamente mi sembra eccessivo». Il giornalista è anche soddisfatto degli ascolti, «che sono buoni anche se strani: è curioso - spiega - che abbiamo ottenuto esattamente lo stesso risultato della settimana scorsa, anche se in redazione sono arrivate duecento volte le e-mail di giovedì scorso e le telefonate di consenso si sono centuplicate». Beatrice Borromeo ad Annozero (foto Emblema)
VELTRONI - Sul tema della puntata del programma di Santoro ha detto la sua anche il sindaco di Roma, e candidato alla segreteria del Partito democratico, Walter Veltroni: «Non ho visto la trasmissione, ma solo i titoli dei giornali, mi riprometto di sentire quanto è stato detto - ha premesso Veltroni a Radio Anch'io, aggiungendo poi: «Credo che questa sia anche un'espressione del malessere che c'è in Italia: sono saltati i ruoli, la politica invade campi che non sono suoi e viceversa. In altri paesi i confini sono chiari e definiti».
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