Milano chiude a -2,42%. Allarme Ue
Ancora una giornata negativa sulle Piazze del Vecchio Continente. Il Dj Stoxx 600 ai minimi da 12 anni
NEW YORK - Ancora giornata negativa per le Borse del Vecchio Continente, dopo i tonfi di lunedì. Sul finale di seduta l'Europa ha toccato i minimi degli ultimi dodici anni: il Dj Stoxx 600, l'indice che sintetizza l'andamento dei principali listini del Vecchio Continente, ha ceduto l'1,5% e si è riportato sui livelli del novembre 1996. Nuova chiusura negativa dunque per Piazza Affari, che assieme a Londra ha accusato la peggiore performance europea. I timori per l'economia hanno di nuovo preso il sopravvento, complici le parole del numero uno della Fed, Ben Bernanke, che ha esortato ad ampliare l'azione di salvataggio delle banche e ha parlato di un mercato del lavoro peggiorato. A Milano il Mibtel ha chiuso in calo del 2,42% e l'S&P/Mib del 2,4%. Male Eni, Espresso e Seat. A Parigi il Cac40 ha perso l’1,04%, a Francoforte il Dax lo 0,52%, a Londra il Ftse100 il 3,14%, a Madrid l’Ibex35 lo 0,7%, ad Amsterdam l’Aex in calo del 3%.
WALL STREET - Non va meglio per Wall Street, che pur avendo aperto in terreno positivo sostenuta dalle ricoperture tecniche, ha girato in negativo dopo l'intervento del presidente della Fed Ben Bernanke per poi chiudere la giornata di contrattazioni in ribasso. Alla fine della seduta e prima delle operazioni di compensazione, il Dow Jones ha perso 37,83 punti (-0,56%), a quota 6.726,02 punti, mentre il Nasdaq ha ceduto 1,84 punti (-0,14%), a 1.321,01. In rosso anche lo S&P 500, che è arretrato di 4,49 punti (-0,64%), a 696,33.
LA FED - «L’eventuale fallimento di grandi istituzioni finanziarie in questa crisi potrebbe essere disastroso per l’economia» degli Stati Uniti. Non ha usato mezzi termini il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, nel suo intervento alla Commissione di Bilancio della Camera. Bernanke ha chiesto ai deputati di intervenire per salvare Aig, il colosso delle polizze, ancora in crisi malgrado i generosi aiuti pubblici già ricevuti nei mesi scorsi. Le speranze sulla ripresa dell’economia risiedono sulla capacità del governo, ha avvertito Bernanke, di sostenere i mercati finanziari. L’efficacia delle manovre adottate dalla Fed, dal dipartimento del Tesoro Usa e da altre agenzie federali al fine di riportare la stabilità sui mercati finanziari, ha detto, «sarà determinante nel decidere quando avverrà la ripresa e anche con quale intensità. È meglio agire in modo aggressivo oggi per risolvere i nostri problemi economici». In caso contrario, l’alternativa «potrebbe essere un periodo prolungato di stagnazione economica».
ALMUNIA - A pesare sulla situazione delle Borse europee anche le dichiarazioni del Commissario Ue agli Affari Economici Joaquin Almunia per il quale «ci sono dei rischi per le banche» dell'Europa centrale e dell'Est. «Gli asset delle sussidiarie delle banche estere si sono deteriorati a causa della crisi, ora dobbiamo avere bilanci in ordine ed equilibrati in tutta la Ue, condizione necessaria perchè gli istituti di credito riprendano a finanziare l'economia».
Almunia però ha poi specificato che, anche se secondo le regole dell'Eurozona non è possibile un piano di salvataggio a favore di un Paese, nessuno Stato che si trovasse nei guai sarà lasciato solo. «Il punto peggiore di questa recessione non è stato ancora raggiunto»: ha poi aggiunto il commissario Ue agli Affari economici e monetari. «Forse il momento peggiore lo stiamo vivendo adesso - ha proseguito Almunia - e spero tra qualche mese si possa dire che il peggio è veramente passato. Noi prevediamo una graduale ripresa dall'inizio del 2010, ma è una valutazione prudente. Molte sono le incertezze e grandi sono i rischi». Almunia ha quindi sottolineato come l'Europa «soffre conseguenze gravi sul fronte strettamente economico, ma anche conseguenze gravi sul fronte sociale che probabilmente si intensificheranno nei prossimi mesi».
GIAPPONE - Ha chiuso gli scambi a -0,69% la Borsa di Tokyo, limitando le forti perdite segnate in mattinata, dopo il tonfo di lunedì che ha portato il Nikkei a -3,81% e a Wall Street il Dow Jones a -4,25% e il Nasdaq a -3,99%. L'indice è sceso a 7.229,72 punti, 50,43 in meno della chiusura di lunedì. Nel corso della seduta, tuttavia, è apparso indirizzato verso il tonfo quando ha raggiunto un minimo a 7.088,47 punti (-2,63%), il livello intraday più basso dal 28 ottobre, giorno in cui l'indice di riferimento del listino scese sotto quota 7mila (a 6.994,90), ai minimi degli ultimi 26 anni.
SU IL PETROLIO - Sale intanto il prezzo del petrolio in Asia. Nel dopomercato elettronico che fa riferimento al Nymex, la Borsa merci di New York, a Singapore il greggio "light sweet" per consegna a aprile è stato trattato a 40,43 dollari a barile, con un rialzo di 0,28 dollari sulle quotazioni di lunedì sera a New York, dove aveva perso 4,61 dollari, pari al 10%, scendendo a 40,15 dollari a barile.
AMERICA LATINA - In America Latina le Borse chiudono con fortissime perdite, sulla scia di Wall Street. In Messico l’indice Ipc perde 822,38 punti, pari al 4,63%. La Borsa argentina, con l’indice Merval, ha perso 75,54 punti, pari al 7,41%. A Caracas, in Venezuela, l’indice Ibc ha perso 409,55 punti, pari all’1,10%. Malissimo anche il mercato azionario brasiliano, con l’indice Ibovespa che ha perso 1.948,62 punti, pari al 5,10%. Chiusura in pesante ribasso anche per la Borsa canadese: l’indice S&P/Tsx Composite ha perso 435,51 punti, pari al 5,36%.
Ancora una giornata negativa sulle Piazze del Vecchio Continente. Il Dj Stoxx 600 ai minimi da 12 anni
NEW YORK - Ancora giornata negativa per le Borse del Vecchio Continente, dopo i tonfi di lunedì. Sul finale di seduta l'Europa ha toccato i minimi degli ultimi dodici anni: il Dj Stoxx 600, l'indice che sintetizza l'andamento dei principali listini del Vecchio Continente, ha ceduto l'1,5% e si è riportato sui livelli del novembre 1996. Nuova chiusura negativa dunque per Piazza Affari, che assieme a Londra ha accusato la peggiore performance europea. I timori per l'economia hanno di nuovo preso il sopravvento, complici le parole del numero uno della Fed, Ben Bernanke, che ha esortato ad ampliare l'azione di salvataggio delle banche e ha parlato di un mercato del lavoro peggiorato. A Milano il Mibtel ha chiuso in calo del 2,42% e l'S&P/Mib del 2,4%. Male Eni, Espresso e Seat. A Parigi il Cac40 ha perso l’1,04%, a Francoforte il Dax lo 0,52%, a Londra il Ftse100 il 3,14%, a Madrid l’Ibex35 lo 0,7%, ad Amsterdam l’Aex in calo del 3%.
WALL STREET - Non va meglio per Wall Street, che pur avendo aperto in terreno positivo sostenuta dalle ricoperture tecniche, ha girato in negativo dopo l'intervento del presidente della Fed Ben Bernanke per poi chiudere la giornata di contrattazioni in ribasso. Alla fine della seduta e prima delle operazioni di compensazione, il Dow Jones ha perso 37,83 punti (-0,56%), a quota 6.726,02 punti, mentre il Nasdaq ha ceduto 1,84 punti (-0,14%), a 1.321,01. In rosso anche lo S&P 500, che è arretrato di 4,49 punti (-0,64%), a 696,33.
LA FED - «L’eventuale fallimento di grandi istituzioni finanziarie in questa crisi potrebbe essere disastroso per l’economia» degli Stati Uniti. Non ha usato mezzi termini il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, nel suo intervento alla Commissione di Bilancio della Camera. Bernanke ha chiesto ai deputati di intervenire per salvare Aig, il colosso delle polizze, ancora in crisi malgrado i generosi aiuti pubblici già ricevuti nei mesi scorsi. Le speranze sulla ripresa dell’economia risiedono sulla capacità del governo, ha avvertito Bernanke, di sostenere i mercati finanziari. L’efficacia delle manovre adottate dalla Fed, dal dipartimento del Tesoro Usa e da altre agenzie federali al fine di riportare la stabilità sui mercati finanziari, ha detto, «sarà determinante nel decidere quando avverrà la ripresa e anche con quale intensità. È meglio agire in modo aggressivo oggi per risolvere i nostri problemi economici». In caso contrario, l’alternativa «potrebbe essere un periodo prolungato di stagnazione economica».
ALMUNIA - A pesare sulla situazione delle Borse europee anche le dichiarazioni del Commissario Ue agli Affari Economici Joaquin Almunia per il quale «ci sono dei rischi per le banche» dell'Europa centrale e dell'Est. «Gli asset delle sussidiarie delle banche estere si sono deteriorati a causa della crisi, ora dobbiamo avere bilanci in ordine ed equilibrati in tutta la Ue, condizione necessaria perchè gli istituti di credito riprendano a finanziare l'economia».
Almunia però ha poi specificato che, anche se secondo le regole dell'Eurozona non è possibile un piano di salvataggio a favore di un Paese, nessuno Stato che si trovasse nei guai sarà lasciato solo. «Il punto peggiore di questa recessione non è stato ancora raggiunto»: ha poi aggiunto il commissario Ue agli Affari economici e monetari. «Forse il momento peggiore lo stiamo vivendo adesso - ha proseguito Almunia - e spero tra qualche mese si possa dire che il peggio è veramente passato. Noi prevediamo una graduale ripresa dall'inizio del 2010, ma è una valutazione prudente. Molte sono le incertezze e grandi sono i rischi». Almunia ha quindi sottolineato come l'Europa «soffre conseguenze gravi sul fronte strettamente economico, ma anche conseguenze gravi sul fronte sociale che probabilmente si intensificheranno nei prossimi mesi».
GIAPPONE - Ha chiuso gli scambi a -0,69% la Borsa di Tokyo, limitando le forti perdite segnate in mattinata, dopo il tonfo di lunedì che ha portato il Nikkei a -3,81% e a Wall Street il Dow Jones a -4,25% e il Nasdaq a -3,99%. L'indice è sceso a 7.229,72 punti, 50,43 in meno della chiusura di lunedì. Nel corso della seduta, tuttavia, è apparso indirizzato verso il tonfo quando ha raggiunto un minimo a 7.088,47 punti (-2,63%), il livello intraday più basso dal 28 ottobre, giorno in cui l'indice di riferimento del listino scese sotto quota 7mila (a 6.994,90), ai minimi degli ultimi 26 anni.
SU IL PETROLIO - Sale intanto il prezzo del petrolio in Asia. Nel dopomercato elettronico che fa riferimento al Nymex, la Borsa merci di New York, a Singapore il greggio "light sweet" per consegna a aprile è stato trattato a 40,43 dollari a barile, con un rialzo di 0,28 dollari sulle quotazioni di lunedì sera a New York, dove aveva perso 4,61 dollari, pari al 10%, scendendo a 40,15 dollari a barile.
AMERICA LATINA - In America Latina le Borse chiudono con fortissime perdite, sulla scia di Wall Street. In Messico l’indice Ipc perde 822,38 punti, pari al 4,63%. La Borsa argentina, con l’indice Merval, ha perso 75,54 punti, pari al 7,41%. A Caracas, in Venezuela, l’indice Ibc ha perso 409,55 punti, pari all’1,10%. Malissimo anche il mercato azionario brasiliano, con l’indice Ibovespa che ha perso 1.948,62 punti, pari al 5,10%. Chiusura in pesante ribasso anche per la Borsa canadese: l’indice S&P/Tsx Composite ha perso 435,51 punti, pari al 5,36%.
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