Monday, May 26, 2008

Il ministro degli Esteri: «Dipenderà dalle esigenze operative e dalle richieste che ci faranno»


Afghanistan: Frattini, i soldati italiani potrebbero spostarsi sui «fronti caldi»


BRUXELLES - Presto i soldati italiani potrebbero cominciare a combattere duramente in Afghanistan.
L'Italia si deve allineare alle posizioni degli altri alleati della Nato ed essere disponibile a spostare i propri soldati in Afghanistan su altri fronti nel Paese, se ce ne fosse bisogno. È quanto ha dichiarato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, entrando alla sede del Consiglio a Bruxelles per la riunione con i responsabili degli Esteri e della Difesa dell'Ue.

MAGGIORE FLESSIBILITÀ - Sull'Afghanistan «parliamo di una flessibilità maggiore», ha detto Frattini al suo esordio europeo nella nuova veste di capo della diplomazia italiana. Il titolare della Farnesina ha ribadito la disponibilità entro giugno a rivedere i «caveat», vale a dire i vincoli imposti all'impiego delle truppe nel Paese asiatico: «Parliamo di flessibilità geografica, e di impiego operativo più rapido, non di più uomini», ha precisato. Questa «è un po' la richiesta che tutti quanti gli alleati ci stanno facendo: allineare l'Italia agli altri grandi partner della Nato. Ne cominciamo a parlare». Frattini in seguito chiarisce: «Non ho mai detto che i soldati si sposteranno nel sud dell'Afghanistan», il fronte più caldo del conflitto. «Dipenderà dalle esigenze operative e dalle richieste che ci faranno», ha spiegato ai giornalisti, «intanto cerchiamo di adeguare la capacità di risposta del governo da 72 a sei ore per un'eventuale richiesta di spostamento temporaneo delle truppe proveniente dagli alleati. Di questo informere le Camere. Una risposta deve essere data quando viene chiesto un impiego operativo diverso, per esempio quando viene chiesto uno spostamento temporaneo e caso per caso» delle truppe, ha sottolineato Frattini. In ogni caso, ha precisato il ministro degli Esteri, «non mi aspetto molte più richieste rispetto a quelle che ci hanno fatto negli ultimi due anni».

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